San Pietro, una storia recente che parte da lontano

di Valerio Geremia

La parrocchia di San Pietro ha una storia recente.Il documento firmato dal vescovo Carlo Zinato è datato 1947. La storia della comunità locale, però, ha origini lontane nel tempo e, senza scomodare i paleoveneti e i romani – di cui andiamo fieri e di cui abbiamo trovato abbondanti tracce nel territorio – riportiamo le tappe più significative degli ultimi 120 anni, seguendo in ordine cronologico le opere che i curati e successivamente i parroci hanno concretizzato. La storia recente dei nostri paesi, infatti, non può prescindere dalle figure dei sacerdoti, che fino a pochi anni fa erano non solo guide spirituali, ma riconosciute figure di riferimento sociale e politico dalla quasi totalità della popolazione.

Nel 1895 apre il bar “da Pansa”, ora “ristorante al Fiore”, quando è curato don Antonio Vialetto.

Don Luigi Cavaliere succede a don Antonio il 19/8/1906 e col suo incredibile attivismo sociale sarà di fatto il curato che darà identità e spirito di appartenenza alla comunità.

Il campanile, la cui costruzione è iniziata nel 1907 ed è stata portata a termine con una spesa complessiva di Lire 16.854, sarà inaugurato il 29 ottobre 1911.

Il 13 marzo 1913 don Luigi otterrà di celebrare per la prima volta la 1a comunione a San Pietro e in agosto guiderà una vibrante protesta degli abitanti per avere la scuola elementare in paese, richiesta che si concretizzerà il 1° marzo del 1914 con l’inizio dei lavori. In aprile dello stesso anno c’è la visita pastorale di mons. Ferdinando Rodolfi che incoraggerà la comunità a perseverare nel suo fervore. Con l’occasione si chiederà di  celebrare due messe nei giorni festivi, ma il permesso sarà negato. Curiosità: nel 1913 le ostie eucaristiche distribuite nell’anno sono state 35.900, annota il Parroco.

La prima guerra mondiale lascerà la scia di sangue di 17 caduti al fronte. Nel giugno 1916 le donne del paese, esasperate per gli uomini al fronte, la fame e il raccolto di grano requisito dallo Stato, sostenute da quelle di Campagnola, assaltano il Municipio dando fuoco all’anagrafe. Alcune finiscono in carcere a Bologna.

Nel 1920 è costituita a San Pietro la “lega dei contadini” per superare la mezzadria. Dal 1921 è operativo l’archivio parrocchiale e don Gaetano Muraro prende il posto di don Luigi Cavaliere, troppo attivo socialmente per i notabili rosatesi e, quindi, rimosso e trasferito a Friola. Dopo decenni manifesteremo gratitudine a don Luigi dedicandogli la piazza di San Pietro.

   Nel 1924 fa molto scalpore in paese il furto di ostie consacrate e poi ritrovate all’inizio di via Galilei, dove un cippo ricorda l’avvenimento. In quell’anno si inizia ad edificare la canonica (attuale scuola d’infanzia), ma le spese eccessive per la costruzione e l’indebitamento creano un movimento di protesta che costringe il vescovo, nel 1934, a rimuovere don Gaetano (accusato anche di “vita dispendiosa”) sostituendolo con don Tommaso Venzo. Quest’ultimo rimane in carica fino al 1939 quando arriva don Anselmo Riello, figura centrale, con don Luigi Cavaliere, dello sviluppo e dell’identità della comunità di San Pietro.

In piena guerra (25.3.1943 posa prima pietra) sarà proprio don Anselmo ad iniziare la costruzione dell’attuale chiesa e, con una straordinaria partecipazione di popolo, riuscirà a concludere i lavori entro il 1946. Seguiranno tre giorni di festa per l’inaugurazione, che porta la data del 27 luglio 1946.

Don Anselmo, durante la guerra, diventa punto di riferimento e animatore della resistenza partigiana in zona, salvando molte vite e diventando modello di coscienza civile per molti giovani.

I tedeschi il 21 settembre 1944 operano un primo rastrellamento del paese, durante il quale verranno uccisi due giovani renitenti alla leva e il 1° e il 3 ottobre saranno incendiate alcune case ritenute abitazioni dei partigiani. Sono anni di sofferenze e di attivismo, tanto che sarà proprio un cittadino di San Pietro, tale Domenico Martinello, a rivestire la carica di primo sindaco della Rosà post-fascista.

Festa grande si celebra nel 1947, quando, dopo tanti sacrifici e richieste, il 21 novembre il vescovo Carlo Zinato firma il riconoscimento ufficiale del titolo di Parrocchia alla chiesa di San Pietro nominando don Anselmo primo parroco.

Tra il 1951 e il 1953 viene costruita l’attuale canonica, mentre la precedente viene ristrutturata per diventare asilo parrocchiale con appartamento per le suore.

Il 9 settembre 1953 inizia la propria attività l’asilo parrocchiale, tuttora fiore all’occhiello del nostro paese.

Don Anselmo si avvale delle suore della “Divina volontà” di Bassano fino al 1971. Subentreranno nel 1972 le suore “Figlie di N.S. della Pietà” fino al 1992, quando la conduzione diventerà “laica”, grazie ad efficienti ed efficaci comitati di gestione con l’insostituibile direzione dei parroci nel frattempo avvicendatisi. Da ricordare che le suore, pur dedicandosi principalmente all’attività della scuola, hanno formato tante ragazze alla partecipazione alla vita della comunità. Di questo loro servizio stiamo raccogliendo i frutti ancora oggi.

In sequenza: nel 1957 arriva l’acquedotto in paese e nel 1961 la chiesa sarà dotata di un organo adeguato per la liturgia; nel 1965 la chiesa sarà fornita finalmente di riscaldamento e nel 1968 ci sarà l’elettrificazione delle campane, innovazione tecnologica che avrebbe tolto un’occasione di divertimento ai ragazzi delle elementari che, quando portavano la legna a scuola, ricevevano in cambio il permesso di tirare le funi abbozzando una scampanata.

Il 9 maggio 1971, su iniziativa del cappellano don Marco Carlesso, nasce il gruppo Vita Nuova che con gli anni diventa, per tanti giovani, un’occasione di formazione e di crescita alla vita pastorale della parrocchia.

Fortemente voluto da don Anselmo, il cimitero sarà inaugurato nel 1973. Don Anselmo verrà a mancare il 25 luglio del 1977 a causa di una malattia debilitante. Per la fede cristallina che lo ha sempre animato, per l’amore verso la popolazione, per aver suscitato decine di vocazioni alla vita religiosa, per essersi consumato nel servizio liturgico e sociale in 36 anni di attività pastorale, don Anselmo è stato e resterà figura primaria per leggere e capire il paese di San Pietro.

Nel 1975 don Luigi Schiavo diviene parroco. A lui si deve la costruzione della Casa della comunità (patronato) e del bar attiguo, inaugurato nel 1983, ma soprattutto un’ondata e un fermento di partecipazione alla vita della parrocchia come non si vedrà più in seguito. Nei suoi 9 anni di gestione della parrocchia, nasce e si sviluppa il campeggio parrocchiale, la “sagra”, il gruppo sportivo, la realizzazione del campo sportivo, la costituzione del gruppo dei donatori di sangue e vengono accolte e sostenute dalla parrocchia due famiglie di profughi vietnamiti. Inoltre, viene pubblicato il primo numero della rivista “parla il Terminon”, periodico parrocchiale che racconta le cronache e le attività della comunità e che arriva anche oggi ad ogni famiglia e ad ogni missionario del paese. Con la collaborazione di don Schiavo nel 1983 viene organizzato in un teatro tenda il concerto del gruppo Gen Rosso, che porta in paese 4.500 spettatori.

Il 20 settembre 1984 a don Luigi succede don Emilio Pobbe che, per celebrare degnamente i 40 anni dell’edificazione della chiesa, opera un radicale restauro e un adeguamento della struttura alle norme conciliari, dando l’attuale forma e luminosità al sito. Rifacimento dell’impianto elettrico, sistemazione del mosaico nell’abside, tinteggiatura generale, bonifica del pavimento, colonne di pietra viva riportate al colore proprio, rifacimento delle vetrate e nuova via crucis in ceramica sono solo alcuni dei lavori messi in atto e benedetti con solenne

cerimonia nel 1986 alla presenza dell’allora vescovo Arnoldo Onisto. Nello stesso anno c’è la missione popolare dei padri passionisti e si inaugura la chiesetta invernale attigua alla canonica.

In questi anni nasce il gruppo missionario, fonte di sostegno e collegamento con i numerosi “sampieroti” missionari nel mondo.

Nel 1992, per carenze vocazionali, le suore, a cui ci eravamo tanto affezionati, lasciano la comunità generando un vuoto incolmabile tra i parrocchiani.

Nel 1992 vengono iniziati i lavori di consolidamento e radicale restauro della chiesetta antica dedicata a santa Lucia e a rischio crollo. I lavori riveleranno uno scrigno di reperti storici e di affreschi superiori ad ogni aspettativa.

I lavori, terminati nel 2005, regaleranno alla comunità l’angolo vivo più bello del paese e una sorta di memoriale unico per tutto il bassanese. All’interno, su donazione personale di don Giuseppe, è collocata anche una bellissima statua di santa Lucia, opera d’arte di Peter Kostner di Ortisei.

Nel 1994 sono stati ultimati altri lavori di manutenzione e ristrutturazione, quali lo spostamento degli altari dei santi Pietro e Paolo, la predisposizione di un nuovo altare e di un ambone col rifacimento completo del presbiterio.

Nel 1997 viene pubblicato il libro “IL TERMINON”, che con l’apporto di don Emilio, Stefano Zulian, Valerio Geremia e Palmiro Geremia tratteggia in 270 pagine la storia di “San Pietro in Paerno” e la cronaca di vita dell’ultimo secolo della comunità.

Nel settembre 1997 don Giuseppe Riva sostituisce don Emilio.

Il seguito è attualità.

 

 

 

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