È questione di esperienza  

di David Scaldaferro

 

Incontro tenutosi mercoledì 17 febbraio con i genitori e animatori nel salone dell’oratorio San Giovanni Bosco.

Relatori: Don Alex e David.

È da un po’ di anni che la parrocchia di Rosà ha scelto di equiparare il percorso catechistico con quello dell’ACR.

Questa scelta è stata fatta da Don Giorgio appena arrivato a Rosà fidandosi del nutrito gruppo di animatori disponibili a seguire i ragazzi.

Non si è mai avuto l’occasione di fare un incontro specifico con i genitori dei ragazzi che partecipano alle attività per spiegare loro  su cosa  si fonda la catechesi dell’ACR  che è detta esperienziale.

Proprio così è questione di “ESPERIENZA” che non è da confondere con competenza.

Le esperienze sono fondamentali per la crescita dell’individuo.

Tutti i giorni della nostra vita facciamo piccole o grandi esperienze che ci modificano e ci fanno diventare più esperti.

“La vita è esperienza, l’esperienza è vita” citando il progetto ACR del 1994.

Chiaro che non tutto ci può influenzare e non sempre le esperienze sono significative,

infatti, dipende dalla persona che deve essere:

Attento e disponibile: non sempre

riusciamo a prendere il treno quando passa, bisogna essere pronti e non dormire.

Stimolato: le cose che ci succedono devono colpirci e un po’ scioccarci per accendere la nostra attenzione.

Motivato: l’interesse delle persone è fondamentale per sintonizzare vita ed

esperienza.

Per questo l’ACR ha scelto l’esperienza come metodo e pedagogia per il suo percorso cercando di far risaltare l’incontro con ciò che educa.

Le cose, le persone, le relazioni, i modi di essere, le azioni che incarnano dei valori vanno messe in risalto e scoperte come dei piccoli tesori cercando di farli diventare parte dei ragazzi e di noi.

Sì, il noi in questo cammino è fondamentale perché prima di tutto è fatto “INSIEME” e l’esperienza che modifica educando ed educatore e i valori non sono trasmessi ma fatti emergere per quanto possibile. Infatti, come ha detto Don Alex, l’origine etimologica di educare è “tirare fuori” evitando di pensare che i ragazzi siano dei vasi da riempire.

Questa necessità educativa era emersa prepotentemente dopo il concilio Vaticano II

e già nel 1970 era stato scritto un documento pastorale “Rinnovamento della Catechesi”. Questo documento spinge a mettere al centro la figura di Cristo accogliendolo come persona vivente nella pienezza della sua umanità e divinità. Inoltre, la Parola di Dio deve apparire ad ognuno come apertura ai propri problemi, come risposta alle proprie domande, e deve

essere viva accompagnandoci tutti i giorni.

In quest’ottica l’ACR e il catechismo si propongono di annunciare la Parola di Dio come risposta alle piccole e grandi domande dei ragazzi, perché loro sono prima di tutto persone a tutti gli effetti, protagonisti di questa azione educativa e soprattutto piccoli cristiani con una loro fede “piccola fiamma da alimentare”.

In questa azione educativa, gli educatori cercano il più possibile di partire dalla vita concreta di tutti i giorni e dalla loro esperienza quotidiana per aiutare i ragazzi a conciliare vita e Vangelo mettendo in evidenza la freschezza della Buona Novella dataci da Gesù.

Fondamentale per l’ACR è l’opzione GRUPPO, dove si sperimentano e vivono

le relazioni tra pari e con gli educatori,

cercando di costruire un luogo di dialogo e confronto dove prima di tutto

si è accettati e poi ascoltati (non viceversa). Luogo dove si prova a fare esperienza di piccola chiesa.

L’altra opzione, come già detto, è l’ESPERIENZA puntando sulla missionarietà, sull’apertura all’altro partendo dal compagno vicino, diverso e a volte anche poco simpatico. Cercando di creare ponti e non muri; allenando ciò che di più importante ci sia nelle relazioni: l’ASCOLTO.

L’incontro è continuato con la spiegazione degli strumenti a disposizione degli educatori e di come le attività abbiano degli obiettivi di fondo che si

basano prima di tutto sulla domanda di vita del ragazzo e sugli atteggiamenti/valori

(esempio stupore, responsabilità, discernimento, generosità) che sono diversi ogni anno e sono declinati in base all’età del bambino o del ragazzo a cui sono rivolti.

L’itinerario è scandito da vari tempi che si integrano con la vita della parrocchia e con le proposte dell’AC tipo festa della Pace, Acierrissimo, campeggi parrocchiali, vicariali e diocesani.

Don Alex ha concluso con queste parole: “Gesù non ci ha lasciato in eredità un libro con i suoi insegnamenti, ma un gruppo di persone con le quali ha vissuto la fatica e la gioia di stare insieme. Non ha lasciato in eredità una dottrina ma un modo di vivere in pienezza la propria vita scegliendo gli altri”.

Sarebbe bello in futuro attivare un percorso per i genitori che si possa affiancare al percorso dei ragazzi per poter crescere insieme.

 

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