Finalmente al verde… dei boschi!

di Alessandro Antico

[dropcap style=”font-size: 60px; color: #1e6bbd;”] P [/dropcap]iù di 50 persone dai 3 ai 73 anni si sono ritrovate in Villa San Giuseppe a Monguelfo, dal 26 agosto al 1 settembre, non solo per rilassarsi e divertirsi ma anche per condividere momenti spirituali, culturali, scientifici e creando occasioni di dialogo e confronto fra i diversi stili di vita dei nuclei familiari e delle persone.
Si dava inizio alla giornata con un breve momento di preghiera condotto da Paola e ciascun giorno era associato ad uno dei cinque sensi, con la lettura di alcuni passi della Bibbia attinenti e l’ascolto di una canzone in tema. In due momenti significativi del campo il sindacalista della cisl Sergio Spiller e monsignor Don Giorgio hanno trattato, da prospettive differenti, il tema scelto per il campo: “Tempo di crisi: paure e risorse”. Il primo ha trattato il ruolo del cristiano nell’impegno sociale e politico in tempo di crisi. Poiché, ha detto Spiller, la persona non si realizza da sola ma, ad immagine di Dio, si relaziona con gli altri, il cristiano non può non presenziare attivamente in tutte le problematiche che riguardano i rapporti fra le persone e deve quindi guardare in alto verso il cielo ma anche alla piazza. Storicamente, a partire dall’Unità, una prima fase ha visto i cristiani in contrapposizione con lo stato liberale con esclusione dalla vita politica ma non da quella amministrativa. Con la rerum novarum (1891) nasce l’impegno politico dei cristiani con il sostegno alle persone in difficoltà e le prime organizzazioni sindacali.
Segue la fase di partecipazione diretta che vede la nascita del Partito Popolare ad opera di Luigi Sturzo culminata, dopo la seconda guerra mondiale, con la Democrazia Cristina di Alcide De Gasperi e contemporaneamente con la Cisl. L’epoca attuale vede la dispersione politica dei cattolici con la percezione diffusa della loro irrilevanza e il riemergere del dibattito sulla loro presenza in politica e l’insorgere di nuove grandi questioni e capovolgimenti: la democrazia non sembra più essere da sola garanzia di giustizia sociale ed il sistema elettorale non regge più, con la conseguenza che il potere non è più distribuito fra meccanismi democratici bensì oligarchici; il massimo sviluppo è raggiunto da un paese dittatoriale come la Cina che cresce di più ma è economicamente arretrato; non c’è più rapporto tra economia reale ed economia finanziaria e non si può più pensare ad un’economia non sostenibile; il problema demografico costringe a ripensare tutti i sistemi di welfare. In questo contesto i cattolici discutono a livello provinciale o privato senza intervenire a livello più elevato forse per non praticare una politica delle opportunità: ma anche il compromesso potrebbe intendersi, positivamente, come mediazione per raggiungere il massimo valoriale raggiungibile e costituire anch’esso una scelta sapienziale.
La politica ci riguarda ed è necessario ritornare alle cose concrete, privilegiando, ove possibile, un’informazione diretta e non de relato e con la preoccupazione che l’attività politica presupponga inderogabilmente la competenza. D’altro canto Don Giorgio sceglie il capitolo 19 del primo Libro dei Re per addentrarsi nelle trappole psicologiche che la crisi economica può creare nelle parsone. Così la paura può attaccare improvvisamente come succede ad Elia che, all’apice dello splendore e della forza, a causa di un messaggio della regina Gezabele che dichiara di volerlo uccidere, fugge e cerca il deserto. L’isolamento è una tipica reazione alla crisi cui seguono le tenebre e il buio totale, esperienze ricorrenti nella Bibbia e presenti persino nelle vite di santi e beati come Santa Teresa del Gesù Bambino e Madre Teresa di Calcutta. Poi Elia viene raggiunto da Dio attraverso un angelo che, senza alcuna parola di rimprovero e di confronto col passato, lo aiuta a ripartire dalle cose essenziali della vita: “Alzati, mangia, perché troppo lungo è per te il cammino”. Con la forza del cibo può camminare per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio che non è né vento né terremoto né fuoco ma sussurro di una brezza leggera, ed è da lì che può ricominciare. Per la cronaca della settimana, le sorprese non si son fatte attendere e, già dal primo giorno, sulla scia di Umberto Tundo, dotta e instancabile guida, ci si è trovati a piedi nudi nell’acqua gelata del percorso Kneipp delle piramidi di Rudibach.
Anche i più scettici han dovuto riconoscere gli effetti benefici di questa centenaria terapia naturale che considera l’uomo relazione tra corpo spirito ed anima… l’anima de li m….direbbero a Roma! Il giorno a seguire in groppa a bici, tandem, seggiolini e cammellini, tutti a Lienz da Dobbiaco per 50 km. in discesa tra le foreste austriache con tappa obbligata allo spaccio Loaker, la messa di Don Giorgio, con chierichetti reclutati in loco, pranzo e digestione con piedi in acqua… questa volta un po’ più calda! Mercoledì 29 agosto è stato il giorno delle croci e ciascuno si è scelto la propria: i più audaci si son cimentati con i 2.839 mt. di Picco Vallandro sulla cui vetta stava appunto una gran croce con la scritta “IM KREUZ IST HEIL” (nella croce è la salvezza) che dopo tutta quella salita arrecava un certo conforto; il resto della comitiva si è fermato un po’ più in basso, ma portare tutti alla meta, bimbi piccoli inclusi, non è stato meno faticoso e soddisfacente: l’unico a non far fatica è stato Alfio che, vista la mal parata, si è “sacrificato” ad accompagnare Suor Roberta alla stazione dei treni.
Il giorno appresso, anche per risollevarsi dalle precedenti fatiche, son seguite due escursioni scientifiche alle piramidi di terra di Terento, altissimi coni e torri formatisi naturalmente circa 170 anni fa in seguito all’erosione del terreno ad opera della acque del torrente Terner e, nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo al sacco nell’attrezzatissimo parco giochi del paese, visita guidata (da Umberto ovviamente) al biotopo “Pircher Moos” nella località di Pino. La pioggia battente dell’ultimo giorno ha creato l’atmosfera adatta alla sopra citata conferenza di Don Giorgio e soprattutto al cenone finale a base di capriolo e cervo: così, tra brindisi, barzellette di Mario e omaggi vari si è rinnovato l’appuntamento all’anno prossimo. Una nota di riguardo per Fiora e tutto il personale della Villa San Giuseppe che hanno pazientemente accolto la brigata rosatese, permettendo ai ragazzi di scorazzare indisturbati per gli ambienti della casa e di creare, attraverso numerose attività gestite dai più grandi (disegno, teatro, giochi), un vero e proprio campo all’interno del campo: il rinnovo del soggiorno anche per l’anno 2013 ci fa sperare di aver portato insieme allo scompiglio anche un po’ di allegria e di aver dato un bell’esempio di vacanza comunitaria.

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