Giovanna Bertoncello “Il pescatore di sogni”

di Beniamino Todesco

 

 

Anche in questa seconda raccolta, – la prima “Emozioni… sussurro dell’animo” -, risalta l’accattivante semplicità dell’autrice che trasmette nelle sue liriche, in armonia con la sua interiorità, la signorilità, l’eleganza e la dolcezza di cui è naturalmente dotata: i suoi versi sono espressivi, coloriti, conformi alle sue sensazioni psicologiche ed ai suoi contenuti spirituali.

Il grande Giacomo, per esprimere sentimenti ed emozioni universali usa come corollario visivo immagini espresse

con un lessico vivo e familiare. “e chiaro nella valle il fiume appare… Sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe… La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole…”

Così la nostra poetessa con la brillante e colorita semplicità delle nuove liriche, espresse senza ricercatezze, in modo spontaneo – vivacizzate da onomatopee, metafore e metonimie -, sprizzanti vivacità, il calore ed il profumo della casa, la gioia di certi momenti delle feste paesane, a questi celebri versi può benissimo accostarsi.

 

Le sottili ONOMATOPEE, – cioè l’imitazione dei rumori e dei suoni reali con i versi -, e la creazione con le immagini poetiche della luce e dello splendore naturali, – che richiamano i carducciani “… carri rotolanti sul ciottolato della città” e ti porgono la visione de “La stanza del sole di luglio affollata” sono presenti numerose nelle poesie della Bertoncello e ci immergono in “silenziose storie avventurose”  a “spigolar sulla sabbia conchiglie” che “profumano di sole e di sale” con “racchiuso nel guscio i segreti del mare”.

L’ ALLITERAZIONE – sole, sale – crea nel sottofondo una dolce eco lontana che ritorna come un’onda ad accrescere i misteri della seducente notte ed a percepire i respiri degli abissi.

La poesia “Il pescatore di sogni” chiude con una METAFORA simbolica, pascoliana, analogica: il pescatore depone la rete … raggiunge angoli verdi, fondali incontaminati, acque cristalline”,  poi con una improvvisa trasposizione la poetessa dal sogno con la fantasia passa alla realtà della quotidianità familiare, rallegrata dal sorriso dei bimbi che cavalcano “L’onda del loro domani”.

Non posso concludere questa mia concisa presentazione dei contenuti  ricchi e vari, espressi in uno stile scorrevole e sciolto, della raccolta poetica  “Il pescatore di sogni”, senza analizzare la lirica che secondo me offre la chiave di lettura di tutte le altre poesie in essa contenute: cioè la ricerca di emozioni  e di sentimenti che si susseguono e si alternano nella gioia e nel dolore durante le varie stagioni della vita umana.

Nella giovinezza nel cassetto c’è “… un pezzo di cielo azzurro”, “… gioia, aiuole fiorite, mentre il sole scalda corolle”, poi, col tempo il cielo si copre di minacciose nuvole, con lampi, tuoni e “scrosci rabbiosi di pioggia”.

Alla fine del giorno, però, la sera “s’adagia sonnacchiosa” come dice il Pascoli “il cielo fu pieno di lampi, ma ora verranno le stelle, le tacite stelle” e si risveglierà quel “fanciullino” innocente legato ai sogni che non si è mai staccato da noi.

 

Un pezzo di cielo

(pag. 22)

In un cassetto dentro me

ho conservato

un pezzo di cielo azzurro.

L’ho dipinto

su un foglio immaginario

in un giorno di gioia.

Sulle aiuole fiorite

il sole asciugava, scaldava corolle.

Col tempo … il blu intenso,

limpido

si è coperto di minacciose

nuvole.

Lampi, tuoni, scrosci rabbiosi

di pioggia.

Nei  dì d’inverno

la sera frettolosa s’adagiava

attendendo incerta, l’alba.

Un  po’ di quel cielo

è ancora dentro me.

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