I giovani sulla via Francigena

di don Carlo con tutti gli animatori

 

Al mattino sveglia alle 5 e alla sera a letto massimo per le ore 22…Durante il giorno, in cammino da una tappa all’altra, portando con sé tutto l’occorrente per vivere una settimana…

No, non si tratta dei lavori forzati, ma del campeggio estivo vissuto quest’anno, dal 10 al 16 agosto 2015, da 31 giovani e giovanissimi della parrocchia di Rosà. Un modo nuovo e insolito, per i nostri ragazzi, di vivere l’esperienza del campo. Non più una settimana in una casa per vacanze, con tutti i confort e le comodità, ma un cammino nella splendida terra della Toscana, da Lucca a Siena, passando per Altopascio, San Miniato, Gambassi Terme, San Gimignano e Monteriggioni. Ogni giorno una tappa diversa, per complessivi 123 Km, lungo la Via Francigena.

Che cos’è la Via Francigena? È una strada tracciata già dai Franchi, all’incirca mille anni fa, per congiungere il Nord Italia a Roma. Con il tempo, però, questa strada, nata per esigenze di carattere commerciale, si trasformò in una delle arterie più importanti verso le grandi mete dei pellegrinaggi. Infatti, questa via divenne parte di un tracciato internazionale che collegava il Nord Europa a Roma, destinazione principale dei pellegrini. Altri, una volta giunti a Roma, proseguivano fino alla Puglia, per imbarcarsi verso la Terra Santa. Infine, altri ancora percorrevano la Via Francigena fino al Piemonte, per poi dirigersi in Francia e quindi in Spagna, con destinazione Santiago di Compostela. Insomma, un cammino che ha un denso significato storico, culturale e religioso. Quale può essere, oggi, per un gruppo di adolescenti, il valore di questo cammino? La strada ci fa vivere un ventaglio di emozioni: la fatica per i tanti chilometri macinati, a tratti il dolore per le vesciche a piedi, ma anche lo stupore per la bellezza dei paesaggi, la gioia di giungere alla meta e di gustare l’ospitalità di chi ci accoglie, la gratitudine per le amicizie nate e le relazioni intessute durante lungo il cammino, la sensazione di libertà che si percepisce portando con sé solo lo stretto indispensabile…

E’ inevitabile: ognuno, lungo il cammino, è portato a riflettere, scoprendo che, in fondo, proprio quella strada può divenire

la migliore metafora delle nostre esistenze, allo stesso modo in cui, per i pellegrini di secoli fa, quel pellegrinaggio costituiva l’espressione più genuina del loro cammino di fede. Grazie di cuore agli animatori dei giovanissimi di Rosà, che per primi hanno creduto a questa esperienza e, già dall’inverno, avevano preparato e organizzato il campo. Basti pensare che alcuni di loro, già mesi addietro, si erano recati in loco, per prendere diretta visione dei percorsi e dei luoghi nei quali avremmo soggiornato. Davvero degli animatori che si sono messi in gioco: condurre i ragazzi da un luogo all’altro, occuparsi ogni giorno della spesa e dei pasti da preparare, impostare i tempi della giornata in base alla camminata da affrontare… Un bell’esercizio di responsabilità! Che gioia vedere con quanta cura ed entusiasmo le animatrici preparassero da mangiare per i ragazzi che giungevano stanchi dalla camminata! Un ringraziamento particolare va a Daniele, il capo campo, che, con la sua efficienza ed organizzazione, ha fatto sì che tutto procedesse sempre secondo la tabella di marcia.

E i ragazzi? Anche a loro va un grande grazie, perché non era facile aderire ad una proposta così, quando magari i loro coetanei se ne stavano in vacanza al mare… Anche loro, dopo la “botta” del primo giorno (Altopascio-S. Miniato) ci hanno creduto via via sempre di più e hanno capito il senso e lo stile del cammino. E lo si vedeva dal fatto che, senza tanti problemi, accettavano di andare a letto presto (dormendo spesso per terra, con dei materassini) per potersi alzare il mattino seguente riposati e pronti a partire, sfruttando le ore più fresche della giornata. Ognuno portava in spalla il proprio zaino, con il bagaglio dell’intera settimana. Ovvio, dunque, che occorreva scegliere solo ciò che serviva veramente: un bell’esercizio di essenzialità! Una volta giunti alla tappa prevista, poi, ognuno si lavava i propri vestiti (quasi un rito!). Nessuno si è mai lamentato per il cibo, né per qualche doccia un po’ “spartana”…

Davvero bello vedere come, lungo il tragitto, i ragazzi legassero spontaneamente tra di loro e, con la loro gioia contagiosa, fatta di canti e di scherzi, abbiano creato quell’intesa e quell’entusiasmo che ha permesso di affrontare le fatiche con il sorriso sulle labbra.

Inutile dire che la colonna sonora del cammino suonava più o meno così: “Lasciare tutto e andare… e per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale!”, riprendendo il tormentone estivo di Cesare Cremonini.

Un cenno, infine, ai posti visitati. La Toscana è una terra splendida, con un susseguirsi di colori meravigliosi e colline ondulate a perdita d’occhio. Che emozione visitare quei borghi medievali, e poi giungere a Piazza del Campo e al Duomo di Siena il giorno di Ferragosto, mentre fervevano i preparativi per il famoso palio! E poi apprezzare l’ospitalità di tre parrocchie (che con grande generosità ci hanno aperto le porte dei loro oratori), un ostello, un convento e un monastero. Ma l’ultima notte, quella del falò, giusto per non farci mancare nulla, abbiamo dormito nelle tende, che i ragazzi hanno montato a tempo di record!

Si è chiusa così questa esperienza straordinaria (cioè fuori dall’ordinario), con la speranza che noi tutti – ragazzi e animatori – riusciamo ora a portare proprio nell’ordinario di tutti i giorni almeno un pizzico di questa bellezza.

Si fanno già progetti per il prossimo anno…Qualcuno, giunto a Siena, ha giustamente fatto notare che la Via Francigena prosegue ancora, fino a Roma… Chissà, andare a Roma nell’anno del Giubileo: sognare non costa nulla! Ciao!

 

 

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