Le persone: la forza della nostra banda

La Banda Montegrappa

[dropcap style=”font-size: 60px; color: #1e6bbd;”] C [/dropcap]redo che ogni musicista ricordi con emozione il giorno in cui ha ricevuto la prima divisa della banda, che sia successo un anno fa, o dieci, o quaranta. Tanti anni fa aveva un tessuto così ruvido e spesso… un’impresa indossarla d’estate, una tortura avere solo quella contro il freddo dell’inverno, quando le dita si gelavano tanto che a fatica si riusciva a chiuderle sui tasti, freddi come il ghiaccio. Ma la divisa doveva durare per generazioni, perché mica c’erano i soldi per comprarle nuove per tutti, e così le mani veloci ed esperte del sarto riparavano strappi, facevano magie con le taglie, rimpicciolendo, allargando, adattando tutto quello che si poteva.

Credo che allora come adesso, la forza della nostra banda siano le persone. Persone che hanno resistito alla tentazione di mollare tutto anche in anni in cui sembrava finita per le bande, un’istituzione divenuta vecchia, fuori moda, che i giovani snobbavano e i meno giovani lasciavano per stanchezza. Persone che hanno continuato in silenzio e con tenacia a ricucire e a tenere insieme tutti i pezzi della nostra banda, proprio come si faceva con la divisa, per non buttare via una bellissima storia lunga più di due secoli, senza perdersi d’animo anche quando magari ci si preparava per mesi ad un concerto a cui si presentavano solo poche persone. O quando si doveva rinunciare all’ uscita con gli amici per un concerto, o una cerimonia ufficiale, o un servizio la domenica mattina presto quando tutto il mondo sembra addormentato e magari si deve anche sfilare sotto la pioggia, tanta pioggia…

Guardo una vecchia foto di gruppo e come sempre accade quando si guarda una vecchia foto mi stupisco di quanto tempo è passato e ripenso a quanta strada ha fatto la nostra banda in questi anni. Per quasi tutti noi è un’avventura iniziata da ragazzini, quando si andava a scuola e a lezione di musica in bicicletta, con il pensiero alle interrogazioni e ai compiti, e la banda sembrava un’orchestra, così lontana da raggiungere, ma la musica era una passione di famiglia per tutti, e imparare a suonare uno strumento era per i nostri genitori indispensabile come imparare a camminare.

E così lezione dopo lezione, e poi servizio dopo servizio, prova dopo prova si diventa amici, e la musica è il sottofondo degli impegni ufficiali, delle cene, delle improvvisate a casa di chi si è appena laureato, o si sposa il giorno dopo, o è diventato genitore, o festeggia 50, 60 anni di musica, e noi sempre con lo strumento a portata di mano, perché non è festa davvero se non si suona qualcosa in compagnia e non bastano gli spartiti, non basta la tecnica e la bravura musicale per fare una bella banda, ci vuole soprattutto la voglia di stare insieme nonostante la diversità di idee, età, gusti, e la pazienza di cercare il compromesso, la soluzione buona per tutti, grandi e piccoli, esuberanti o timidi, perché meglio chiudere un occhio sulla tecnica, meglio rinunciare alla perfezione che perdere anche solo un musicista. Quante volte una squadretta di irriducibili parte per andare a dissuadere chi sta meditando di lasciare, quante volte abbiamo affrontato i piccoli grandi problemi del gruppo in assemblee infuocate, in cui capitava e capita ancora di alzare la voce, scuotere la testa, ma alla fine compare il mazzo di carte e tutto si dimentica. Quante volte si dice basta, sono stanco, riconsegno la divisa, ma poi si pensa alla compagnia, alle feste, ai bei momenti passati insieme e si dice no, rimango ancora.

Riguardo ancora quella foto di gruppo e penso a quando eravamo noi quei ragazzini alle prime armi, anzi, alle prime note; gli anni sono passati, siamo maturati, molte cose sono cambiate ma siamo ancora qui, e ripenso ai giorni in cui dopo di noi non vedevamo nessuno che prendesse il nostro testimone, tempi in cui sembrava che la banda fosse davvero un’istituzione destinata ad esaurirsi lentamente, e invece, ancora una volta, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo investito tutte le nostre forze in una scuola di musica, La Nota, un’impresa dalla gestione complessa ma in cui crediamo tanto e che è già frequentata da più di 70 allievi, vogliamo davvero che tanti altri possano sperimentare l’esperienza di suonare in un gruppo bello e unito e così, con impegno e buona volontà, ancora una volta la nostra sala banda si è riempita di giovani, che vanno a scuola, che pensano ai compiti e alle interrogazioni, agli esami all’università o al primo lavoro e che condividono, attraverso la musica, una bellissima amicizia e che impareranno ad amare questo gruppo giorno dopo giorno e faranno di tutto per tenerlo vivo, come abbiamo fatto noi, come hanno fatto quelli prima di noi. Con queste parole abbiamo voluto mostrarvi un nuovo punto di vista sulla nostra banda, che è anche vostra, di Rosà.

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