“PERCHÉ AVETE PAURA?”

Il saluto del nostro arciprete don Angelo

 

Perché la fiducia è in crisi. Che significato si può dare oggi alla parola fiducia? Possiamo avere ancora fiducia nei nostri responsabili politici? Possiamo avere ancora fiducia nelle nostre istituzioni religiose? Possiamo avere ancora fiducia in una società in via d’impoverimento, sia sul piano economico che su quello culturale? Ma soprattutto si può parlare davvero di fiducia in un mondo abbattuto dalle violenze, dalla scomparsa dei valori cristiani? La risposta è sì: si può ancora avere fiducia nell’altro, in Dio.

La fede ci porta a non avere paura né dell’avvenire né dell’altro.

La fiducia della fede non è ingenua. È cosciente del male presente nell’umanità, fin nel nostro stesso cuore. Ma non dimentica che Cristo è venuto per tutti.

In ciascun essere umano c’è una vita interiore. In essa si mescolano luce e ombra, gioie e paure, fiducia e dubbio.

Quando sappiamo di essere amati o quando noi amiamo, quando viviamo legami di amicizia, o ancora quando la bellezza della creazione o della creatività umana ci colpisce, appare evidente che la vita è bella. Questi momenti talvolta ci sorprendono, avvengono anche in tempi di sofferenza, come una luce che viene da altrove.

«Allora, dopo aver incontrato un’altra persona, non ci chiederemmo tanto che cosa le abbiamo insegnato o trasmesso a proposito della fede in Dio, ma piuttosto: le persone, dopo avermi incontrato, hanno più fiducia, hanno più fede nella vita e negli altri? Questa è la domanda decisiva da porsi.” (Enzo Bianchi)

Cosa rende Gesù credibile? Per quale motivo, da più di duemila anni, molte persone lo seguono, si fidano di lui? Non è forse la sua umiltà? Egli non ha imposto nulla a nessuna persona. Non ha fatto che andare verso tutti, per dire che Dio è vicino a loro.

Ha dato fiducia a donne e uomini ai quali la società rifiutava la fiducia. Ha restituito loro la dignità. Ha accettato di essere incompreso ed escluso lui stesso per non rinnegare l’amore di Dio per i poveri e gli esclusi.

Pensiamo un attimo: Gesù muore in croce con negli occhi l’abbandono e nelle orecchie il tradimento di Giuda e Pietro… e, proprio da questo evento, proveniamo noi che leggiamo queste parole.

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