Quartiere Ca’Minotto: la nuova sede

di Giovanni Stragliotto

 

Il    2009 fu posta la prima pietra. Oltre ai membri del Consiglio, i residenti, amici e parenti, le au-torità religiose e civiche di Rosà, vanno ricordati Angelo Comunello, Natalia Miron, Mario Carlesso e Dino Marchiorello che firmarono una pergamena quali “cittadini più anziani del Quartiere”, docu-mento che si trova assieme alla prima pietra all’interno di un pozzetto visibile di fronte all’entrata nord. Quel giorno c’era grande entusiasmo in tutti, specialmente da parte del Consiglio e di quanti avevano sostenuto fin dall’inizio il progetto, già ampiamente discusso in vari appuntamenti prece-denti sia pure tra pareri discordanti e critiche talvolta aspre. Sostanzialmente, per alcuni doveva es-sere la tipica casetta di legno a due spioventi, sufficiente a contenere l’indispensabile per qualche cena di poche persone e le riunioni del Consiglio. Per altri, la nostra casa sotto il cielo, un edificio abbastanza grande da ospitare adeguatamente i momenti più svariati di una micro-comunità come può essere un quartiere; un ambiente familiare che fosse in grado di trasmettere ai suoi abitanti quel prezioso senso di appartenenza che tanta importanza riveste in una società sempre più caotica ed anonima. Grazie al progetto dell’architetto Francesco Parolin, alla determinazione dei componenti del Consiglio, quasi tutti giovani, e il contributo di gran parte delle famiglie, ciascuna secondo le sue possibilità, il progetto è partito e in 5 anni si è concretizzato in una bella struttura che ora molti ci invidiano. L’inaugurazione è avvenuta il    maggio 2015 con una semplice cerimonia presieduta dal presidente Michele Carlesso: tra gli ospiti d’onore Monsignor Don Giorgio Balbo, parroco di Rosà, e il deputato Emanuela Lanzarini. Di questa lunga avventura non mancano gli aneddoti: ecco-ne uno simpatico. Durante una cena offerta dalle autorità comunali ai volontari del paese, Santa Li-sciotto, moglie dell’indimenticato Elio Peruzzo (cittadino emerito del Quartiere Ca’ Minotto e di Ro-sà, morto all’inizio del 2006), conversando con i commensali era rimasta colpita dall’idea che allora serpeggiava, per la quale nel quartiere Ca’ Minotto una sede non era possibile. Di tutt’altro parere, era andata a parlarne con il sindaco presente alla cena, Emanuela Lanzarini: “Sacramentòna, xe mai possibie che tutti i altri quartieri i ga a so casetta e Ca’ Minotto no? Chi semo noaltri?”. La risposta del sindaco: “E chi o ga dito? Certo che podì averla anche voaltri. Basta che presentè dee proposte per individuare el terreno, che valuteremo, e anca Ca’ Minotto gavarà a so casetta”. Così è stato.

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