Quartiere Lunardon, la nuova sede: una nuova conquista

di Angelo Zen

[dropcap style=”font-size: 60px; color: #1e6bbd;”] T [/dropcap]re anni sono trascorsi dall’ottobre 2010, da quando ebbero inizio i lavori di costruzione della nuova sede del quartiere Lunardon, meglio conosciuto come “borgo”.

Esisteva già una “casetta”, seppur provvisoria, che ha resistito per più di vent’anni e ha dato ospitalità a tutti i vari incontri, risultando sede decorosa per le diverse attività promosse nel tempo. Però mostrava delle crepe ed una certa ambizione da parte del comitato ha fatto il resto.

Domenica 29 settembre il borgo Lunardon si è vestito a festa, anche con addobbi non casuali. Essi hanno dato degno risalto ad un evento che ha segnato una tappa di vita della comunità che, seppur piccola, gode della sua storia, non trascurabile. La presenza delle autorità civili e religiose ha dato solennità alla cerimonia. La rappresentanza dei vari quartieri ha fatto degna cornice all’avvenimento. I grandi sacrifici, la dedizione e il notevole impegno economico, il tutto accompagnato dall’aiuto prestato dalle ditte del quartiere e da fuori, che generosamente si sono prestate, hanno meritato una platea tanto numerosa e importante. È inoltre da mettere in risalto la preziosa opera di coordinamento dei lavori prestata dal presidente Alessandro Parolin, assecondato dall’intero Comitato di Quartiere che ha permesso di superare difficoltà non trascurabili.

La struttura massiccia fa sfoggio di importanti travature in legno poste in bella mostra che danno solennità all’edificio. Ubicato sul terreno messo a disposizione dal Comune, attiguo al capitello chiamato della “Madonna del sasso”, rende un tutt’uno funzionale ed armonioso. Ha fatto gli onori di casa il Presidente davanti ad una folta rappresentanza di famiglie con numerosi amici. Il Sindaco Paolo Bordignon ha voluto ringraziare quanti si sono impegnati nella realizzazione dell’opera, sottolineando l’importanza della vivacità dei quartieri quale componente indispensabile per la crescita di una condivisa vita civile. Al tradizionale taglio del nastro, avvenuto al limitare dell’entrata ha fatto seguito la benedizione impartita dall’Arciprete mons. Giorgio Balbo che ha distribuito ai presenti i nastrini ritagliati del tricolore, privilegiando i bambini, quale augurio simbolico di continuità.

L’inaugurazione della nuova sede offre l’occasione per mettere in risalto da dove è partito il “borgo”. Una scritta che appare a lato del capitello, data l’origine del quartiere. Essa dice: “Estratta nel 1932, dalla profondità di 26 metri, testimone per volontà unanime dell’aiuto benevolo della Vergine”. La dedica è riferita al sasso che troneggia a fianco del capitello. Il bisogno comune di acqua potabile sollecitò l’iniziativa delle famiglie a farsi carico dell’impegno di unirsi per avere al centro del borgo un pozzo a cui attingere un bene tanto prezioso. La costruzione del capitello fu decisa per onorare la promessa fatta nel momento in cui il sasso è stato estratto, senza un graffio per i trenta volontari che parteciparono all’opera. L’acqua ebbe a sgorgare fresca e abbondante.

Il capitello venne eretto dall’anno 1933 al 1936. Esso divenne subito luogo di ritrovo e di preghiera. Il richiamo per gli incontri venne affidato ad una campanella, sotto la cui torre venne posta una scritta in latino che dice: “Nisi laeta concinas ad Virginem quaesumus” – “Chiediamo alla Vergine che abbia a suonare solo per avvenimenti lieti”, auspicio e augurio per la vita futura del quartiere.

Il capitello ha rappresentato un nascosto scrigno di tanti sospiri, testimone di lacrime represse di mamme che venivano ad affidare alla Vergine la sorte dei figli rapiti dalla guerra. Ciò avveniva durante lo svolgersi della seconda guerra mondiale (1940/1945). Successivamente la vita del borgo è cresciuta di pari passo con la crescita che ha segnato gli anni del dopoguerra. Le opere di ristrutturazione del manufatto iniziarono a partire dalla data del 16 agosto 1989, quando tornò alla luce il sasso recuperato da una fossa chiusa in anni precedenti.

Purtroppo anche gli avvenimenti tristi si intrecciano come macigni nel tempo in cui vive una comunità. Il ricordo di un fatto accaduto durante la costruzione della nuova sede, ha segnato, quel giorno, un momento di vera commozione.

Alla presenza dei genitori è stata scoperta una targa posta a ricordo di di Enrico Cherubin, scomparso nell’agosto del 2011. Il gesto è stato motivato dal fatto che il papà’ a quel tempo prestava la sua opera come volontario nella costruzione della nuova sede. Questa occasione ha creato una sintesi che ha messo in evidenza realisticamente i poli opposti della vita. Ora il borgo Lunardon può sentirsi orgoglioso di avere una sede che, quale patrimonio di tutti, fa bella mostra, accanto ad un importante pezzo di storia che nobilita la piccola comunità. La corona di montagne, dominate dalla cima del Grappa, contribuisce a dare a tutto l’insieme una riposante sensazione di quiete che, ai giorni nostri, non è cosa da poco.

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