Riconoscenti, doverosi ricordi

a cura di Beniamino Todesco e Angelo Zen

 

     Lo scorrere veloce della vita ci fa considerare  quanto sia tiranno il tempo. Molto spesso è il suono della campana, di nome “ANGELA”, a farci risvegliare nella cruda realtà che, per qualcuno, è arrivato il momento  del distacco.

Ci pare impossibile. Non vogliamo crederci. Purtroppo è così.

Da quando ci siamo sentiti l’ultima volta, quella campana si è fatta udire con una frequenza inusuale, per richiamarci improvvisamente a dover ricordare persone care, figure assai rappresentative della nostra comunità.

Siamo certi che rischiamo di tralasciare altre figure importanti, che ci sono vissute accanto e nel silenzio ci hanno lasciato; riconosciamo questo nostro limite.

 

GIULIO OLIVO: venuto a mancare il 17 dicembre 2018.

Personaggio di spicco della vita parrocchiale e civile di Rosà. Molto attivo nella promozione di un’infinità di iniziative. Ha visto nascere e condividere l’affermazione dei quartieri. È risultato il più longevo animatore dei festeggiamenti dell’Agosto Rosatese.

Storico presidente del Quartiere Seminarietto e coordinatore dell’attività di gruppo per tutti gli altri.

Destinatario di una recente assegnazione del premio cultura “Città di Rosà”.

Ha voluto lasciare un libro di memorie, corredato di interessanti foto, che compendia le molteplici iniziative che lo hanno contraddistinto per intraprendenza e generosità. È un dono significativo che tiene viva la nostra storia.

 

CRISTIANO RIGONI: mancato il 21 dicembre 2018.

Nato a Marostica nel 1930, Cristiano visse un’adolescenza difficile. Il padre Albano, direttore didattico anche  a Rosà, non si allineò alle imposizioni del regime fascista e subì sanzioni che ebbero ripercussioni sulla sua famiglia, creandole gravi disagi.

Dopo una lunga vita vissuta intensamente, Rosà perde una delle sue figure più rappresentative.

Era un grande comunicatore, impegnato nel sociale, colto e sempre aggiornato; seguiva con passione i fatti di cronaca politica e l’attualità, avendo alle spalle una profonda conoscenza della storia più recente.

Grande studioso e critico dei fatti accaduti, ha curato diverse mostre sulla seconda guerra mondiale e sulla resistenza. Per questa sua cultura umanistica e storica fu insignito della laurea “honoris causa” da l’Università de la Rosa.

Ricoprì lodevolmente numerosi incarichi: fu per dieci anni consigliere comunale, per periodi più brevi, assessore, vicesindaco, membro dell’Assemblea ASL; rivestì per sei anni la carica di vicepresidente del Comprensorio di Bassano e per altrettanti Presidente del Quartiere Nuovo. Fece parte del comitato di amministrazione del Teatro Monte Grappa e Presidente per molti anni del Circolo Acli di Rosà, che egli stesso aveva contribuito a far rinasce negli anni novanta. (B.T.)

 

ADRIANO VISENTIN: ci ha lasciato il 3 gennaio 2019.

Se n’è andato alla chetichella, senza clamore, il cordiale simpatico imprenditore, dal cuore gonfio, traboccante vivacità, entusiasmo, umanità. Adriano era dotato di una simpatia coinvolgente, di modi accattivanti.

“Lascia alla moglie ed ai figli un’eredità di fede e d’amore” è scritto nell’epigrafe di commiato. Questi doni non erano riservati solo ai suoi cari, ma erano distribuiti a piene mani a tutti, indistintamente: amici, persone in difficoltà, studenti. Dino Parise, mio vecchio conoscente di Gomarolo (Conco) dice del suo professore: “Lo devo a lui se sono diventato ingegnere: quand’ero studente al Fermi di Bassano, egli notò le mie inclinazioni, mi incoraggiò, mi indirizzò e mi seguì fino alla laurea con generose disponibilità”.

Uomo abile e di successo, in continua progressione professionale, anticipava i tempi seguendo corsi di aggiornamento nelle università più rinomate. Collaborava con gruppi culturali di prestigio (Rotary), non mancava mai nelle iniziative caritatevoli, ma non trascurava nemmeno l’allegria e la semplicità paesana. Di tanto in tanto si manifestava il fanciullino pascoliano che lo portava nelle piste delle giostre con i suoi ragazzi, sugli “autoscontri” o a innalzare  sugli esili fili i “bandieroni” colorati che andavano “a fiorir lontano”.

Adriano non si vergognava di apparire un uomo semplice, alla buona, innamorato della sua terra e della sua gente. (B.T.)   

      

PIERO VETTORAZZO: ci ha lasciato il 9 gennaio 2019.

Persona mite, ha vissuto nella più rigorosa normalità.

A lui dobbiamo riconoscere alcuni tratti personali significativi. È stato il primo bidello, quando, agli albori degli anni sessanta, a Rosà nasceva la scuola media; ha militato nella neonata squadra di calcio del paese, fondata nel primo dopoguerra.

L’aver fatto parte del Gruppo della Banda Parrocchiale, come suonatore di tamburello per oltre settant’anni, era per lui motivo di grandissimo orgoglio, giustificato da una dedizione che non era mai venuta meno.

Nel giorno del suo saluto, una rara testimonianza gli è stata riservata dall’intero gruppo bandistico, accompagnandolo nell’ultimo viaggio. Tra le sue memorie è stato scoperto un dono molto significativo per il gruppo, che ha sottolineato la sua spiccata sensibilità e il senso di appartenenza.

 

MARIA BISINELLA: ci ha lasciato il 22 gennaio 2019.

Nel salutare Maria con questo breve ricordo è d’obbligo un sentimento di riconoscenza verso una persona che ha segnato significativamente un lungo tratto di vita della nostra comunità civile e religiosa.

È stata insegnante elementare per moltissimi anni, divenendo punto di riferimento di generazioni di rosatesi che hanno attinto con dovizia dalla sua umanità e dalla sua saggezza, oltre che dall’innata predisposizione alla formazione culturale. Nel giorno del suo commiato la bandiera del circolo didattico di Rosà, portata da un ex alunno, l’ha accompagnata durante il suo ultimo viaggio.

Ha ricoperto numerosi incarichi, sia a livello sociale che nell’ambito della promozione religiosa. Fondatrice della Sezione C.I.F. di Rosà, animatrice dell’azione cattolica femminile, sostenitrice del movimento dei Focolarini. Di quest’ultimo movimento è stata entusiasta seguace, facendo trasparire, nel suo conversare, un’adesione

incondizionata agli insegnamenti della fondatrice.

È stata anche attiva  interprete della vita politica rosatese nel decennio che va dal 1975 al 1985. In tale periodo ha ricoperto anche la carica di Vice Sindaco e Assessore comunale.

In questo momento il doveroso grazie, per quanto ha donato a Rosà, non è di circostanza!

 

RENATO COMIN: mancato il 21 febbraio 2019.

Protagonista della scena politica rosatese dal 1975 al 1993.

Contribuì a fondare la Pro Loco e fu il primo presidente, agli inizi degli anni novanta. Ne fu entusiasta animatore. Promotore di numerose manifestazioni che, a tutt’oggi, tengono cartello nella vita civile di Rosà.

Era soprannominato “Ciuffo”; con questo appellativo amava identificarsi nel cantante Little Tony. Con il suo repertorio amava esibirsi nelle occasioni in cui gli era data l’opportunità. Era dotato di una chiara voce squillante.

Il ricordo di saluto è accompagnato dalla stampa di note musicali e dalla scritta  “un cuore matto…”.

 

ANGELO MARCHIORI: ci ha lasciato il 4 aprile 2019.

Avvocato, uno dei primi laureati all’Università di Padova del dopoguerra.

Con lui è d’obbligo ricordare gli altri due suoi coetanei il dott. Renato Sandri e il dott. Sergio Maccari, da anni andati avanti.

Amministratore comunale negli anni dal 1065 al 1967 ricoprì l’incarico di assessore alle finanze.

È da ricordare come lettore di “Voce Rosatese”, entusiasta dopo la ripresa della sua pubblicazione. Negli ultimi anni era interessato per le uscite del periodico. Innamorato dei luoghi vissuti durante la sua infanzia, pur nelle difficoltà che la malattia gli aveva procurato da tempo, aveva lasciato alcune testimonianze che meritarono di essere pubblicate.

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