di Fabrizio Parolin
Il 3 Maggio 1922, durante la festa votiva in onore della Vergine della Salute, fu inaugurata la Scuola d’infanzia “Gesù Fanciullo” che, fino al 1986, aveva il nome semplice di “Asilo Infantile”. L’asilo era stato voluto fortemente dal giovane Arciprete Mons. Luigi Filippi, per aiutare in qualche modo tutte le famiglie che avevano vissuto da poco l’esperienza dolorosa della guerra. Mons. Filippi utilizzò un vecchio edificio già esistente adibito ad uso teatrale e ricreativo, ampliò i cortili e acquistò alcuni campi vicini sui quali vennero costruite le aule per la scuola, una cappella e l’abitazione per le suore. Un ruolo educativo essenziale fin dall’inizio fu ricoperto proprio dalle suore delle “Poverelle” alle quali, a partire dagli anni Novanta, sono state affiancate insegnati laiche. Un passo importante per questa realtà venne compiuto nel 2000, quando la Scuola dell’Infanzia fu riconosciuta paritaria, cioè scuola di servizio pubblico. Negli anni successivi ci furono altri cambiamenti significativi, infatti nel 2004 fu progettato il Nido integrato, nato per ampliare l’offerta anche ai bimbi più piccoli della prima infanzia. Ma questa non è stata l’ultima novità, perché proprio nel gennaio di quest’anno è stato inaugurata la sezione Primavera, che accoglie i bimbi dai 24 ai 36 mesi.
La Scuola, quindi, è cresciuta molto nel corso degli anni e di anni, a partire dalla sua fondazione, ne sono passati davvero tanti,
cento per la precisone; ma la caratteristica più importante che la contraddistingue è questa straordinaria capacità di avere vecchie radici ben salde che alimentano una pianta sempre giovane, forte e adatta ad ogni clima educativo e culturale. Fuor di metafora, non è sempre semplice avere la capacità di innovarsi, ampliarsi, adattarsi a situazioni “nuove”, tuttavia la “Gesù Fanciullo” ha accettato la sfida e, nel corso degli ultimi decenni, è cresciuta, si è sviluppata, ha aumentato l’offerta e lo ha sempre fatto concentrando la propria attenzione sui veri protagonisti della Scuola, ovvero i bambini. Sarebbe, infatti, sbagliato focalizzarsi semplicemente sulla struttura, trascurando e perdendo di vista la sostanza essenziale dell’educazione, cioè la felicità. Che cosa significa essere veramente felici? I bambini hanno questo straordinario potere di eliminare qualsiasi filtro, di vivere costantemente nel momento presente, senza il peso del passato, senza l’ansia del futuro, senza maschere, senza complesse costruzioni mentali, in poche parole vivono in modo naturale. Il bambino è autentico in tutto e per tutto, nelle sue emozioni, nelle sensazioni, nelle gioie e nei dolori. Sono i “piccoli maestri” di vita che ogni giorno ci insegnano la semplicità di un gesto e di un’espressione. Tuttavia “questi poteri” hanno bisogno di una guida sicura che li aiuti a fare esperienza del sé e della realtà che li circonda; il bimbo deve quindi conoscere, capire, provare, fallire, deve relazionarsi con l’altro e soprattutto con gli altri. Il compito, anzi, la missione della Scuola è propria quella di aiutare e accompagnare il bambino nel percorso di crescita, in questo viaggio verso e attraverso l’umano. La musica, la pittura, il disegno, la lettura, la scrittura, il gioco, il contatto con la natura, sono i veicoli di valori educativi che hanno come obiettivo finale la sua felicità. L’importante è, dunque, seminare nei bambini delle buone idee, come diceva Maria Montessori, perché, anche se oggi non le comprendono, sapranno un giorno farle fiorire! Così anche noi speriamo che, in questo nostro giardino, “i giovani aceri” crescano sani, robusti, forti e che possano donare fresco e amoroso ossigeno al Nuovo Mondo.
Consigli di lettura per l’infanzia:
Le cose che passano, Beatrice Alemagna, Topipittori.
Il Grande Libro delle Paure, Emily Gravett, Valentina Edizioni.
Il bambino, la talpa, la volpe, il cavallo, Charlie Mackesy, Salani Editore
