Misericordia: anima segreta della famiglia

di Elisabetta Nichele

 

Per poter capire quale importanza assuma la misericordia all’interno della famiglia occorre ripensare a come sia organizzata la società dentro la quale la stessa famiglia è inserita. La moderna società civile, infatti, caratterizzata dalle leggi della funzionalità e dell’efficienza, grazie al primato della legge e al preciso e puntuale bilanciamento di diritti e doveri, si presenta soprattutto come un luogo di eguaglianza fra i cittadini.

Questi valori non sono del tutto estranei alla famiglia, ma non costituiscono la sua peculiarità. Come comunità nella quale ciascuno è, o dovrebbe essere riconosciuto come persona, essa è dominata al suo interno non tanto dalla logica dell’ eguaglianza, quanto piuttostoIl padre misericordioso di Marc Chagall. dalla logica della solidarietà (a ciascuno secondo i suoi bisogni).

La società inoltre può forse reggersi anche sulla base della sola “logica dello scambio” per effetto della quale ad ogni azione corrisponde una reazione eguale e contraria; non così la famiglia che, senza l’attitudine al perdono, rischia inevitabilmente di disgregarsi. Come restare insieme, nonostante le discussioni, i litigi, gli sgarbi, le cattiverie, se non si sa non soltanto “dimenticare”, ma anche perdonare? La famiglia, insomma, è luogo del perdono o non è. A ben guardare il perdono e la capacità quindi di perdonare, è l’anima segreta e la struttura portante della stessa convivialità.

Anche il cardinale Walter Kasper, autore del libro “Misericordia” che il papa citò nel suo primo Angelus dopo l’elezione, sostiene che la misericordia non è solo compassione, ma è un atteggiamento, una virtù attiva. Afferma inoltre che un mondo che è solo giustizia può essere molto freddo. Certo la giustizia è fondamentale, è il presupposto della misericordia, ma la misericordia va molto oltre: prende l’uomo non soltanto come uno che ha diritto, ma come vera persona che ha bisogno di molto altro.

    Una famiglia convive e persiste nella convivenza se è capace di essere luogo di perdono reciproco da parte di persone che sinceramente si sentano imperfette e dunque, prima di tutto, bisognose esse stesse di perdono: non vi sono i “perfetti” da una parte e gli “imperfetti” dall’altra e non vi è colpa, o mancanza, che nella famiglia non sia in qualche modo “collettiva”, perché scavando nelle profondità della propria coscienza ci si rende conto che nessuna colpa è mai soltanto dell’altro.

    Stare insieme, vivere insieme è un tutt’uno con il camminare insieme e col perdonarsi reciprocamente.

L’incapacità di perdono, il persistere del risentimento o del rancore portano così alla chiusura in se stessi, al ripiegamento sul passato, all’ossessiva rievocazione dei torti subiti.

Come afferma R. Halloway “quando il perdono prende corpo, è capace di rimuovere il peso morto del nostro passato e di restituirci le nostre vite”.

    Il senso della misericordia è dunque la restituzione del futuro, tanto a chi perdona quanto a chi è perdonato.

Rembrandt- Ritorno del figliol prodigo.Tutto ciò allora apre le vie alla speranza, il ponte dal quale occorre

necessariamente transitare se si vuole veramente chiudere con il passato ed aprire la via del futuro, donando così nuova vita alle relazioni familiari.

    Misericordia e speranza sono fra loro strettamente collegati, né l’uno può stare senza l’altra: solo in questa prospettiva è possibile  aprirsi alla capacità di rinnovare la relazione.

L’altro che non ha compreso o ha sbagliato ridiventa una persona capace di instaurare nuovi rapporti, superando il passato: in questo senso la disponibilità al perdono, come del resto l’amicizia e lo stesso amore, implica la capacità di travalicare il passato.

Ogni autentico amore, a ben guardare, è una “scommessa” sull’altro e dunque espressione di speranza.

Ancor più la relazione genitoriale, soprattutto nel difficile passaggio dell’adolescenza, conoscerà il fallimento se il rapporto educativo non punta alla grande scommessa della speranza: ciò che non è, sarà  (o potrà essere).

Proprio per questo il matrimonio come struttura di durata è tutto attraversato dalla logica del perdono.     Misericordia in famiglia significa anche sapersi allontanare per poter riavvicinarsi all’altro: ciò perché la capacità di perdono implica dapprima la capacità di prendere le distanze da quel volto, da quella dimensione, da quei gesti dell’altro che hanno ferito la relazione; ma esige nello stesso tempo la capacità di riavvicinarsi, nonostante tutto, all’altro; solo questa ritrovata empatia consente di annullare la distanza che separa  inizialmente chi attende il perdono e chi si pone sulla strada del perdono.

    La misericordia è allora l’altra

faccia dell’amore, quella più

segreta e nascosta, ma non per questo la meno importante.

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